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Volevo segnalare che sul n.71 del fumetto JULIA, dal titolo Morirò A Mezzanotte, sono citati i Sigur Ros. Precisamente, a p.55 e p.56.

Seguono i dialoghi:

“…Si chiamano Sigur Ros, me li ha fatti conoscere un mio studente…”
“Questa è la copertina?”
“Sì. Non ti stupire se è bianca come la neve, sono islandesi…”
“E i titoli delle canzoni?”
“Le intitoli come ti pare”
“Curioso!”
“Dì al tuo studente che questa musica è davvero emozionante…”




:flower:

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peccato..non conosco il fumetto...o meglio...gli unici fumetti che leggo sono Topolino e Diabolik...pero'...ti posso dire che in Monkey Island...3 mi pare...quando Guybrush Threepwood viene messo in cella...e poi si avvicina alla vergine di Norimberga...dice: "Ah...gli Iron Maiden....sono fantastici" e dopo un po' di perplessità dice tra se: "non so perche' ho appena detto questo" :D

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Dirge wrote:
peccato..non conosco il fumetto...


Allora te lo consiglio, veramente interessante. Forse un po femminile, ma utile per capire come ragionano queste benedette figliole!!! :wink:
In un altro numero era presente un ragazzo con una maglietta dei Megadeth "Countdown-era" che ascoltava i Motorhead.
Purtroppo causa mancanza di tempo, ho perso ben tre numeri.......... :evil:

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Carma1977 wrote:
Dirge wrote:
peccato..non conosco il fumetto...


Allora te lo consiglio, veramente interessante. Forse un po femminile, ma utile per capire come ragionano queste benedette figliole!!! :wink:
In un altro numero era presente un ragazzo con una maglietta dei Megadeth "Countdown-era" che ascoltava i Motorhead.
Purtroppo causa mancanza di tempo, ho perso ben tre numeri.......... :evil:


immagino..pero' non sono un amante dei fumetti..ecco :D
nulla in contrario contro i fumett..ma ci vuole troppa pazienza e costanza nel comprarli :D

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...A Barcellona ho comprato il cd-dvd singolo dei Sigur Ròs con i tre video: meraviglia!!! :D


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PostPosted: 16 Aug 2004, 07:45 
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Qualcuno potrebbe scrivermi la loro discografia completa? O magari il loro sito ufficiale...

Conoscete mum, gus gus, einoma... L'Islanda va forte! E tra poco il nuovo Bjork :D

GRAZIE


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Ruben wrote:
Qualcuno potrebbe scrivermi la loro discografia completa? O magari il loro sito ufficiale...


gli LP sono questi (accanto le mie valutazioni in decimi):

Von (1997) 7.8
Von Brigði (1998) 5.5
Agætis Byrjun (1999/2000) 10.0
() (2002) 8.1

Von è un'opera ancora un po' acerba, ma che mostra il potenziale della band. In bilico tra prog e post, molto cupo, atmosferico e cinematico ma non stupefacente, può ricordare per lunghi tratti l'ultimo album dei Fantômas, Delirium Cordia, che però ha ben altra versatilità. Non imprescindibile ma comunque interessante.
Von Brigði (che significa "disperazione" mentre "von" vuol dire "speranza") è una prescindibilissima raccolta di remix di pezzi di Von, alcuni dei Sigur Rós stessi, altri di carneadiche band islandesi.
Agætis Byrjun è il capolavoro. Aspettarsi un'opera così compiuta da parte di una band che vagava ancora nel semidilettantismo (Von aveva inizialmente venduto 300 copie) era praticamente impossibile... un disco di suoni senza tempo, che non può fare a meno di rapirti e trascinarti in una dimensione parallela, dove tutti i pre- e tutti i post- del mondo perdono significato, un mondo incantato privo della quarta dimensione, popolato da strutture in bilico fra l'apertura e la chiusura, arrangiato in maniera pressoché perfetta con impeccabile alternanza fra tradizione e modernità. Per non parlare dei testi, visionari e deliranti come ben raramente accade (come paragone mi vengono dei Tool più astratti, o dei Flaming Lips privati dell'irriverenza). Il limite linguistico (alzi la mano chi mastica in scioltezza l'islandese) è serio, per fortuna girano delle buone traduzioni inglesi, tra cui mi permetto di segnalare questa: http://www.alwaysontherun.net/sigur.htm
C'è poi da dire che intitolare nel 1999 una canzone "bel tempo per i bombardamenti aerei" in cui si dice "siamo saliti su edifici che poi sono esplosi" non può che creare un alone profetico intorno alla figura di Jón Thór Birgisson, un individuo già di per sè più alieno che umano a partire dalla voce, e dalla personalità piuttosto peculiare (cieco da un occhio, gay e vegetariano, per dirne qualcuna).
() si presenta in modo quantomeno peculiare. Un disco senza titolo, con otto canzoni senza titolo (in realtà ce l'hanno, ma non sono sul libretto), con un booklet di sole pagine bianche, cantato in una lingua inventata appositamente (che era già stata utilizzata, a dire il vero, nella traccia omonima di Von; non si tratta in realtà di una vera lingua, ma di un insieme di suoni senza significato atti solo a ben combinarsi con la musica: quello che dovrebbero fare i Verdena, insomma). Purtroppo, tale innovazione esteriore si scontra con un passo laterale -piuttosto che in avanti- riguardo gli effettivi contenuti del disco, che ha momenti intensissimi ma non aggiunge nulla, se non una manciata di ottime canzoni, a quell'Agætis Byrjun di cui non possiede la freschezza nè la forza epifanica, per stupendi che possano essere gli episodi. Resta comunque un disco consigliato, anche se non è quello da cui inizierei a conoscere la band islandese.

I Sigur Rós hanno anche fatto uscire cinque o sei EP, che per quanto contengano (escluso l'ultimo Ba Ba Ti Ki Di Do) buona musica rappresentano la classica ciliegina sulla torta per chi volesse completarne la discografia. Tra tutti gli EP, quello davvero eccezionale è Ný Batterí, purtroppo pressoché irreperibile. Due delle sue tracce più significative si possono però trovare alla fine della colonna sonora di Englar Almheisims (Angels Of The Universe) del genio visionario Hilmar Örn Hilmarsson (uno che ha lavorato con David Tibet, non so se mi spiego...). E' una colonna sonora e ha tutti i classici limiti di tali opere, però devo dire che me la ritrovo nel lettore con una certa frequenza e la consiglierei senza indugi al fan avviato. La colonna sonora di Hlemmur, invece, film sui clochard della stazione degli autobus di Reykjavik, realizzata interamente dai Sigur Rós, è tutto sommato prescindibile.

Questo è quanto, suppongo... il miglior sito sui SR è probabilmente il non ufficiale http://www.sigur-ros.co.uk

Ruben wrote:
Conoscete mum, gus gus, einoma... L'Islanda va forte! E tra poco il nuovo Bjork :D


Tutti artisti che conosco e apprezzo... oltre a Hilmarsson, consiglierei (magari non a tutti) altri due nomi: i Worm Is Green (elettronica alla Boards Of Canada, più che apprezzabile l'unico loro lavoro Automagic) e soprattutto il talentuosissimo Jóhann Jóhansson, il cui Englabörn costituisce uno dei lavori più emozionanti e notturni che abbia ascoltato nel 2002. Si tratta di musica per archi rielaborata e riarrangiata da Jóhansson, pianista e soprattutto musicista elettronico. Un lavoro minimale, con il labor limae al laptop ridotto al minimo ma che riesce a fare la differenza. Se avete dimestichezza con gli artisti della Touch (Biosphere, Fennesz...) o semplicemente vi sentite in vena di esplorare nuovi lidi, dategli un ascolto che -ve lo dico di cuore- merita.

P.S. si vede che non ho una mazza da fare?

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PostPosted: 17 Aug 2004, 11:33 
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Grazie Crush... sì un po' si intuisce che non hai molto da fare :roll:

Visto che sei esperto che mi dici di Elbow, Lamb, Godspeed you! Black emperor? Cose che conosco di striscio ma mi piacciono molto


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Ruben wrote:
Visto che sei esperto che mi dici di Elbow, Lamb, Godspeed you! Black emperor? Cose che conosco di striscio ma mi piacciono molto


Stai parlando del pane quotidiano di Crush!
Preparati al peggio, nel senso di un maxi-post! :tw:

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Ruben wrote:
Visto che sei esperto che mi dici di Elbow, Lamb, Godspeed you! Black emperor? Cose che conosco di striscio ma mi piacciono molto


Stai parlando del pane quotidiano di Crush!
Preparati al peggio, nel senso di un maxi-post! :tw:


:lol:

ma tipo che prima de scrive aspetto che si cuociano le lasagne :green:

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Crush` wrote:

ma tipo che prima de scrive aspetto che si cuociano le lasagne :green:


A stomaco pieno, se scrive mejo! :tw:

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Ruben wrote:
Visto che sei esperto che mi dici di Elbow, Lamb, Godspeed you! Black emperor? Cose che conosco di striscio ma mi piacciono molto


La tutt'altro che corposa (due album) discografia degli Elbow mi permetterà di essere breve su di loro. Forse il gruppo più frequentemente paragonato ai Radiohead (e con un po' di ragione, anche se c'è molto altro), il loro debutto Asleep In The Back appare sorprendentemente ricco di idee per una band che muove i primi passi. Le accuse di essere prog che sono state loro mosse vanno racchiuse in un'effettiva ricchezza, e a volte sì, eccessiva pomposità a livello di arrangiamenti che però non risulta quasi mai stucchevole. Si potrebbe dire che Thom Yorke incontra qui Peter Gabriel, ed è necessario sottolineare come l'espressività della voce di Guy Garvey sia uno dei punti di forza della band di Manchester. Decisamente un ottimo esordio.
Cast Of Thousands è un vero miracolo: per quanto sia vero che costituisca niente più che una collezione di canzoni d'amore, si tratta di una straordinaria collezione di toccanti, ispirate, sentitissime canzoni d'amore... un disco fortemente coeso e assolutamente urgente, in cui Garvey raggiunge vette compositive che forse solo i più ottimisti pensavano fossero nelle sue corde. Si faccia caso ai testi di Fugitive Motel e Switching Off -due delle canzoni più belle che mi sia capitato di ascoltare negli ultimi anni- per capire di cosa stia parlando.

Asleep In The Back (2002) 8.1
Cast Of Thousands (2003) 9.5

---

Restiamo a Manchester, ma spostiamoci indietro di una manciata di anni: i Lamb arrivano con qualche anno di ritardo sulla scena trip-hop, ma giustificano la loro presenza con la ricchezza delle loro composizioni, la sapienza con cui le medesime sono intessute e un raro gusto per l'armonia vocale: prendendo spunto dai numi tutelari dell'epoca (Portishead e Massive Attack, ma anche Tricky e Roni Size), sfornano un debutto più elettronico degli album contemporanei a cui più di frequente è accostato (i primi due nomi che ho citato poco sopra, per intenderci). La fusione fra umano e digitale è compiuta, le trame vocali pescano in un passato profondo e quando paiono un po' meno ispirati ne escono fuori tormentoni da spot pubblicitario (Gorecki). Una canzone come Cotton Wool vale l'intera carriera di buona parte dei pischelli che escono oggigiorno nel Regno Unito.
Fear Of Fours riprende il discorso esattamente dove era stato interrotto due anni prima. La linea di basso di Little Things è una di quelle che ti rimangono in testa per giorni, e l'equilibrio tra pezzi più elettronici e altri arrangiati più classicamente è rispettato. A volte la Rhodes finisce per ricordare un po' troppo Beth Gibbons, ma si tratta nel complesso di un peccato veniale, considerando che le strutture di Andy Barlow mantengono la loro originalità ed evitano di ripetersi: l'album rappresenta la consacrazione dei Lamb, con la certezza che non si è trattato di un fuoco di paglia.
Due album sulla stessa lunghezza d'onda non fanno una grinza, ma al terzo nelle teste dei più sagaci inizia ad inerpicarsi qualche interrogativo sull'effettiva capacità della band di resistere al tempo: What Sound non aggiunge una virgola al sound caratteristico del gruppo di Manchester, ma una volta accettato il fatto che la spinta verticale dell'esordio si è invece propagata orizzontalmente ciò che resta davanti agli occhi è una manciata di ottime canzoni: dalla title track a Small, da Sweet a Sweetheart la ricetta e gli ingredienti sono sempre gli stessi, ciò nonostante il gusto ci guadagna. Oh, e c'è anche il singolone Gabriel. Da segnalare la presenza di ospiti di rilievo come il mostro sacro del jazz Arto Lindsay. Non che ciò ne evolva in qualche modo la mistura sonora, sia chiaro.
Chi pronosticava in What Sound il canto del cigno ha avuto tragicamente ragione: Between Darkness And Wonder è il disco di una band che cerca disperatamente il punto di svolta, fallendo. L'album è di una noia mortale, a tratti (Sun) la classe del duo è sul punto di risollevarlo ma è la prevedibilità a farla da padrona. Brutta storia.

Lamb (1997) 8.6
Fear Of Fours (1999) 8.4
What Sound (2001) 8.2
Between Darkness And Wonder (2003) 4.5

---

I GY!BE sono il mio gruppo preferito in assoluto, quello per cui ho macinato più chilometri, forse quello che ho ascoltato di più e quello su cui scriverò un libro al momento opportuno. Se inizio a scrivere rischio seriamente di postare qua sotto il libro suddetto, cosa che il mio avere anche una vita suggerisce di evitare.

In questo topic http://www.cyclingcolours.nl/forum/viewtopic.php?t=1875 essenzializzo la loro discografia, ma senza dare più di tante coordinate. Ti basti per ora (fra un anno tesi permettendo il libro dovrebbe essere bell'e finito, e ti assicuro che si tratta di uno dei gruppi su cui ci sono più cose interessanti -per non fondamentali che siano- da dire che io conosca) il mio descriverne sinteticamente la musica come un post-rock basato su droni, genere di cui costituiscono gli indiscussi maestri. Per quanto vengano frequentissimamente accostati a gruppi come Mogwai, Tortoise o Sigur Rós, le loro vere influenze vanno cercate altrove, e cioè a New York e Los Angeles, dove negli anni '80 erano attivi rispettivamente Swans e Savage Republic. L'abilità dei GY!BE (che nel 2002 hanno spostato il punto esclamativo che precedentemente era alla fine del nome) nel creare suggestivi, emozionalmente densi paesaggi sonori resta insuperata (no, neanche Morricone), ma questa è solo una frazione dei loro meriti. Le loro concezioni etiche e politiche sulla società e sul ruolo dei gruppi e delle etichette nella medesima e la storia dietro il loro scioglimento (storia che per ora -essendo suddetto scioglimento non ancora ufficiale- non sarebbe corretto raccontare) testimoniano come questi individui che hanno fatto di Montreal uno dei centri della produzione musicale contemporanea siano persone davvero fuori dal comune. Sono personalmente convinto che nessuno abbia inquadrato musicalmente in modo così pregno l'inquietudine, la tensione e la disperazione che hanno caratterizzato questi anni a cavallo tra due millenni.

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Da parte mia, ti dico che l'ultimo degli Elbow è una rottura di palle allucinante. :green:

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HerrDica wrote:
Da parte mia, ti dico che l'ultimo degli Elbow è una rottura di palle allucinante. :green:


sei un senzacuore :(

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Crush` wrote:
HerrDica wrote:
Da parte mia, ti dico che l'ultimo degli Elbow è una rottura di palle allucinante. :green:


sei un senzacuore :(


... sinceramente, io l'ho scaricato xche' continuavate a parlare di sti Elbow... ma mi hanno molto deluso... poi vabbe', io di musica ci capisco meno di tutti, ma quell'album non mi piace proprio...

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... vengo solo con Tre seghé!!! :D
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Ciao… ti manco?
Ti sento dire che è così
Ma non nel modo in cui
Tu stai mancando a me.


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musicalle wrote:
... sinceramente, io l'ho scaricato xche' continuavate a parlare di sti Elbow... ma mi hanno molto deluso... poi vabbe', io di musica ci capisco meno di tutti, ma quell'album non mi piace proprio...


E poi non capisci i testi, in cui è racchiusa buona parte della sfolgorante bellezza di quel disco.

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be'...c'e' gente che si emoziona anche se sente sul disco una scorreggia del suo idolo :D

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Dirge wrote:
be'...c'e' gente che si emoziona anche se sente sul disco una scorreggia del suo idolo :D


Non sono certo fra questi, anzi, il mio apprezzare particolarmente taluni artisti mi porta ad essere particolarmente critico nei loro confronti quando questi non si esprimono come potrebbero. E' uno dei grandi dilemmi della critica, se il giudizio su un'opera debba tenere conto del range di capacità di chi l'ha prodotta o no, e io propendo per la prima ipotesi.

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