Ruben wrote:
Qualcuno potrebbe scrivermi la loro discografia completa? O magari il loro sito ufficiale...
gli LP sono questi (accanto le mie valutazioni in decimi):
Von (1997) 7.8
Von Brigði (1998) 5.5
Agætis Byrjun (1999/2000) 10.0
() (2002) 8.1
Von è un'opera ancora un po' acerba, ma che mostra il potenziale della band. In bilico tra prog e post, molto cupo, atmosferico e cinematico ma non stupefacente, può ricordare per lunghi tratti l'ultimo album dei Fantômas,
Delirium Cordia, che però ha ben altra versatilità. Non imprescindibile ma comunque interessante.
Von Brigði (che significa "disperazione" mentre "von" vuol dire "speranza") è una prescindibilissima raccolta di remix di pezzi di
Von, alcuni dei Sigur Rós stessi, altri di carneadiche band islandesi.
Agætis Byrjun è il capolavoro. Aspettarsi un'opera così compiuta da parte di una band che vagava ancora nel semidilettantismo (
Von aveva inizialmente venduto 300 copie) era praticamente impossibile... un disco di suoni senza tempo, che non può fare a meno di rapirti e trascinarti in una dimensione parallela, dove tutti i
pre- e tutti i
post- del mondo perdono significato, un mondo incantato privo della quarta dimensione, popolato da strutture in bilico fra l'apertura e la chiusura, arrangiato in maniera pressoché perfetta con impeccabile alternanza fra tradizione e modernità. Per non parlare dei testi, visionari e deliranti come ben raramente accade (come paragone mi vengono dei Tool più astratti, o dei Flaming Lips privati dell'irriverenza). Il limite linguistico (alzi la mano chi mastica in scioltezza l'islandese) è serio, per fortuna girano delle buone traduzioni inglesi, tra cui mi permetto di segnalare questa:
http://www.alwaysontherun.net/sigur.htmC'è poi da dire che intitolare nel 1999 una canzone "bel tempo per i bombardamenti aerei" in cui si dice "siamo saliti su edifici che poi sono esplosi" non può che creare un alone profetico intorno alla figura di Jón Thór Birgisson, un individuo già di per sè più alieno che umano a partire dalla voce, e dalla personalità piuttosto peculiare (cieco da un occhio, gay e vegetariano, per dirne qualcuna).
() si presenta in modo quantomeno peculiare. Un disco senza titolo, con otto canzoni senza titolo (in realtà ce l'hanno, ma non sono sul libretto), con un booklet di sole pagine bianche, cantato in una lingua inventata appositamente (che era già stata utilizzata, a dire il vero, nella traccia omonima di
Von; non si tratta in realtà di una vera lingua, ma di un insieme di suoni senza significato atti solo a ben combinarsi con la musica: quello che dovrebbero fare i Verdena, insomma). Purtroppo, tale innovazione esteriore si scontra con un passo laterale -piuttosto che in avanti- riguardo gli effettivi contenuti del disco, che ha momenti intensissimi ma non aggiunge nulla, se non una manciata di ottime canzoni, a quell'
Agætis Byrjun di cui non possiede la freschezza nè la forza epifanica, per stupendi che possano essere gli episodi. Resta comunque un disco consigliato, anche se non è quello da cui inizierei a conoscere la band islandese.
I Sigur Rós hanno anche fatto uscire cinque o sei EP, che per quanto contengano (escluso l'ultimo
Ba Ba Ti Ki Di Do) buona musica rappresentano la classica ciliegina sulla torta per chi volesse completarne la discografia. Tra tutti gli EP, quello davvero eccezionale è
Ný Batterí, purtroppo pressoché irreperibile. Due delle sue tracce più significative si possono però trovare alla fine della colonna sonora di
Englar Almheisims (Angels Of The Universe) del genio visionario Hilmar Örn Hilmarsson (uno che ha lavorato con David Tibet, non so se mi spiego...). E' una colonna sonora e ha tutti i classici limiti di tali opere, però devo dire che me la ritrovo nel lettore con una certa frequenza e la consiglierei senza indugi al fan avviato. La colonna sonora di
Hlemmur, invece, film sui clochard della stazione degli autobus di Reykjavik, realizzata interamente dai Sigur Rós, è tutto sommato prescindibile.
Questo è quanto, suppongo... il miglior sito sui SR è probabilmente il non ufficiale
http://www.sigur-ros.co.ukRuben wrote:
Conoscete mum, gus gus, einoma... L'Islanda va forte! E tra poco il nuovo Bjork
Tutti artisti che conosco e apprezzo... oltre a Hilmarsson, consiglierei (magari non a tutti) altri due nomi: i Worm Is Green (elettronica alla Boards Of Canada, più che apprezzabile l'unico loro lavoro
Automagic) e soprattutto il talentuosissimo Jóhann Jóhansson, il cui
Englabörn costituisce uno dei lavori più emozionanti e notturni che abbia ascoltato nel 2002. Si tratta di musica per archi rielaborata e riarrangiata da Jóhansson, pianista e soprattutto musicista elettronico. Un lavoro minimale, con il
labor limae al laptop ridotto al minimo ma che riesce a fare la differenza. Se avete dimestichezza con gli artisti della Touch (Biosphere, Fennesz...) o semplicemente vi sentite in vena di esplorare nuovi lidi, dategli un ascolto che -ve lo dico di cuore- merita.
P.S. si vede che non ho una mazza da fare?