DA UN FORUM UNIVERSITARIO
in epoca di tagli e rimodellamenti delle istituzioni pubbliche e culturali, non poteva farsi attendere il taglio decisivo e mortale all'università pubblica, nella sua stessa forma costitutiva. Il recente Decreto del ministro Tremonti (
http://www.gazzettaufficiale.it/guridb/ ... 5941928471, Capo V, Art. 16) propone la trasformazione dell'Università, tramite "libera" scelta delle singole, in fondazioni private non più basate sui finanziamenti pubblici ma su elargizioni di privati.
In soldoni questo cosa vuol dire? Che l'Università diventerà terreno di pascolo di interessi particolari di questa o quella persona influente, anziché proseguire con la sua missione naturale di promulgatrice dell'istruzione, con un ovvio deterioramento della qualità dell'insegnamento dato che ovviamente chi paga ha anche il potere di mettere bocca nelle decisioni dell'ente che finanzia e quindi non ci sarà più la certezza di una trasparente scelta di docenti, insegnamenti, percorsi didattici.
Semplicemente la morte dell'Università pubblica per come la conosciamo fino a questo momento. La cosa più sconvolgente rimane però il silenzio assordante non solo delle istituzioni, ma anche di tutto quell'ambiente universitario che per primo dovrebbe reagire con grande forza a questo attentato alla pro pria libertà di apprendere. Non una sola voce si è levata ufficialmente, per un Decreto che è stato promulgato ufficialmente il 25 giugno. Silenzio sui giornali, silenzio sui media, silenzio sulla Rete.
Siamo ancora capaci di pretendere il nostro futuro?