Ordunque, si può dire che abbia praticamente dedicato l'intera giornata di Sabato all'ascolto del nuovo disco dei The GatherinG.
Innanzitutto, bello il packaging, col booklet con tutti i testi, la foto e così via. Non vi dico come sono rimasta male quando invece ho aperto il booklet di ''The Back Room'' degli Editors - che ho trovato a 10 euro e che ho preso assieme al nuovo degli olandesi. Manco i testi ci hanno messo dentro, quegli impuniti
Singolare la scelta di aprire le danze con uno strumentale, neppure tanto breve tra l'altro e anche un tantino tirato. E' come se 'When trust becomes sound' volesse dettare un po' le intenzioni della band. Mi spiace che sia uno strumentale soltanto ecco, mi sarebbe piaciuto sentire questo pezzo con la voce sopra, specie in apertura di un disco, perché magari sarebbe venuto fuori qualcosa sullo stile delle ultime 2 o 3 tracce, qualcosa di meno rilassato e un po' più rock.
Ottimo preludio alla successiva e a noi già stranota e sognante 'Treasure'. La voce di Silje è davvero incantevole.
'All you are', tra le 3 o 4 che avevo già sentito su myspace era quella che mi piaceva uno zinzinello di meno, c'è qualcosa nei passaggi musicali che mi sa di debole, credo, o forse la voce che mi ricorda troppo quella di Anneke. Tra l'altro la trovo simile al brano precedente, ma mi piace un po' meno ecco.
'The West Pole' si conferma un'eccellente title-track, specie ora dopo averne letto il testo completo. Non mi dispiacciono i testi di Silje e svariati versi e passaggi musicali di questo disco, mi ricordano i momenti più crespuscolari dei primi dischi con Anneke, ovvero ''Mandylion'' e ''Nighttime Birds'' e mi fanno passare davanti certi paesaggi tipicamente nordici, mi trasmettono queste sensazioni di tranquillità. Non è la stessa sensazione di calma e tranquillità che mi trasmettevano certi brani di ''Home'', come scrissi a suo tempo, ma qualcosa del genere. Sentitissima e malinconica 'No bird call', altro viaggio in quei paessaggi nordici dei quali Silje sembra quasi volerci trasportare.
Il pezzo con Anne Van Den Hoogen alla voce - scusatemi, ma ignoro chi sia - 'Capital of nowhere' - non mi fa impazzire dal punto di vista vocale, forse è un po' ripetitivo e antico quel modo di cantare in stile prime cose dei Within Temptation, non me ne volete, ma sul finale, prettamente strumentale, questo brano si fa davvero interessante e ci sono delle belle linee di basso. Ecco, anche in questo brano ci sento qualche reminescenza del periodo ''Mandylion''.
'You promised me a symphony' - che credo sia dedicata a una persona scomparsa - la trovo molto nostalgica. Semplice, ma molto sentita e toccante. I 3 pezzi restanti sono quelli che per quanto mi riguarda, dopo i primi ascolti, hanno lasciato più il segno, probabilmente anche perché più catchy e per certi versi intensi e nelle vocals.
'Pale traces' è di una bellezza impressionante, per non parlare delle lyrix e di come la esegue questa Marcela Bovio. Mi ricorda la stessa Anneke, nonché la tipa degli Evanescence che avevamo menzionato in qualche post, se non erro, ma questo pezzo fa paura. Davvero, a livello vocale in certi passaggi mi ha fatto venire i brividi e mi ha dato delle belle sensazioni.
'No one spoke' ricorda vagamente qualcosa degli U2 più recenti, anche se io qualche influenza degli U2 nei The GatherinG ce l'ho sempre sentita qua e là. Ha un bel motivo accattivamente ed un bel testo. Mi piace parecchio.
Lo stesso discorso vale per la conclusiva 'A constanT run'. Okay-okay, la Silje qui fa un paio di versini - 'oh... oh...', ma lo trovo un pezzo molto coinvolgente ed ancora una volta ha un bel testo.
Be', certo Anneke era un attimino tutta un'altra cosa e le emozioni che trasmetteva con la sua grande voce erano e restano imparagonabili, ma ormai è passata a fare le sue cose quindi godiamoci la Silje, sperando che dal vivo riesca a cavarsela altrettanto discretamente come su cd.
Tra l'altro, non c'è assolutamente paragone con quanto contenuto sul debutto di Anneke con gli Agua.
Spero di poter sentire anche i restanti pezzi del mini cd, anche se mi pare che siano semplicemente un paio alla fine.
Insomma, pare proprio che su alcun cose mi sia trovata d'accordo con voi, mentre per altre no... Ci sono dei passaggi sin troppo rilassati qua e là, ma mi sembra siano ben bilanciati coi restanti momenti più elettrici e diretti. Ecco, magari dopo lo strumentale, il disco si adagia un po' qua e là, ma in alcune tracce sul finale si fa davvero più interessante.
Adesso vado a leggermi qua e là le recensioni da voi menzionate, ma soprattutto devo ricordarmi di ascoltare la video intervista.